IL TEAM LIPOELASTIC Ritrovare sé stesse dopo una mastectomia è un percorso fatto di forza, cura e amore per il proprio corpo. LIPOELASTIC, da sempre vicina alle pazienti nel delicato periodo post-operatorio, ha voluto esplorare altri settori che aiutano le donne a riscoprirsi e a sentirsi di nuovo a proprio agio con la loro immagine. In questo viaggio abbiamo incontrato Francesco Dado, un vero “mago dei tatuaggi”, che ha scelto di specializzarsi nella ricostruzione del capezzolo tramite il tatuaggio paramedicale. Con il suo talento e la sua sensibilità, Francesco aiuta ogni giorno tante donne a tornare a guardarsi allo specchio con fiducia, trasformando cicatrici in segni di rinascita. In questa intervista, ci racconta il suo lavoro e l’impatto che ha sulla vita delle pazienti. Leggi per scoprire di più!
Ciao Francesco, ci racconti un po’ di te?
Ciao! Sono Francesco Dado, Master internazionale nel trucco permanente e nella dermopigmentazione paramedicale. Sono nato a Milano, vivo a Roma e ho il mio studio a Roma, ma ricevo anche a Milano.
La mia passione è nata dall’amore per l’arte e dal desiderio di trasformarla in qualcosa di utile per le persone, aiutandole a sentirsi più sicure e valorizzate. Specializzandomi in tecniche avanzate, come la ricostruzione dell’areola mammaria, ho fatto del trucco permanente non solo un’arte, ma anche una missione per migliorare la vita di chi si affida a me.
Ci racconti come hai iniziato a specializzarti nel tatuaggio del capezzolo dopo una mastectomia?
Ho iniziato a specializzarmi nella dermopigmentazione dell’areola mammaria quasi per caso. Un’opportunità inattesa si è presentata quando una persona ha rinunciato a frequentare un corso, e io ho preso il suo posto. È stato lì che, per la prima volta, ho tatuato un seno post-mastectomia.
Quel momento è stato una vera rivelazione: mi sono innamorato di questo lavoro e del suo impatto sulla vita delle persone. Da allora, ho dedicato la mia ricerca a sviluppare una tecnica che rispecchiasse il mio concetto di iperrealismo, per offrire risultati sempre più naturali e autentici.
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Quanto tempo dura in media una seduta per il tatuaggio del capezzolo e quante sedute sono necessarie?
Una seduta di tatuaggio dell’areola mammaria dura in media un’ora e mezza, due ore. Sono necessarie due sedute, a distanza di circa 45 giorni l’una dall’altra, per garantire un risultato ottimale. Successivamente, consiglio un ritocco di mantenimento ogni 2-3 anni, a seconda del tipo di pelle e di come il pigmento evolve nel tempo.
Hai una storia particolarmente emozionante di una paziente che ti è rimasta nel cuore?
Ogni paziente che incontro mi resta nel cuore, indipendentemente dal modo in cui esprime le proprie emozioni. Alcune si lasciano andare subito, altre sono più introverse, ma dai loro occhi riesco sempre a cogliere la profondità delle loro sensazioni. In particolare, porto con me il ricordo di una paziente speciale che purtroppo ho perso. Era una persona straordinaria, con una luce immensa che illuminava chiunque le stesse accanto. La penso spesso, e il suo ricordo continua a ispirarmi nel mio lavoro ogni giorno.
Quali emozioni provano le donne quando si guardano allo specchio dopo il tatuaggio?
La primissima reazione, e spesso la prima parola che dicono, è “impressionante”. Quando si guardano allo specchio, provano un senso di stupore perché il tatuaggio sembra incredibilmente reale. Subito dopo arriva una gioia immensa, ma prima ancora c’è quella sensazione di meraviglia nel vedere qualcosa che sembra parte di loro. È proprio per questo che ho chiamato la mia tecnica Touch 3D: perché non è solo un effetto visivo, ma dà l’impressione di poter toccare qualcosa di vero.
Qual è la tua più grande soddisfazione nel fare questo lavoro?
La mia più grande soddisfazione in questo lavoro è sicuramente contribuire a chiudere un cerchio per le persone che incontro. Il loro percorso è spesso lungo e tortuoso, e poter essere parte di quel cammino e, alla fine, lasciare un ricordo positivo è qualcosa che mi riempie di gratitudine. Mi fa sentire che, nel ricordo finale più bello, ci sono anch’io, come una tappa importante nella loro rinascita.
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